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OPERE
I libri sono disponibili in rete su AMAZON, IBS, ecc. e si
possono ordinare in tutte le librerie
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MONOLOGHIE
Monologo del messaggio disperso
Ho perso l’orientamento, sto peregrinando
fra i bit in cerca del mio destinatario.
Mi era già capitato di avere delle esitazioni, ma dopo qualche attimo di
sbandamento, il percorso mi appariva nitido e raggiungibile.
Stavolta dopo parecchi tentativi sono ancora incerto, si presentano
sempre due alternative, che sembrano poca cosa, ma poi ne trovi altre
due e così all’infinito… e se sbagli, sei fregato: non riesci più a
raccapezzarti.
Potrei giustificarmi sostenendo che non so da cosa dipenda, o che l’ìnghippo
viene dal sistema e tirarmi così fuori dalle responsabilità. Non sarebbe
serio, so bene da cosa dipende questa contingenza: il contenuto del
messaggio che porto mi ha fatto perdere la trebisonda.
C’è chi immagina la posta elettronica come qualcosa di asettico, “puro
mezzo di traslazione” di parole da un contatto all’altro, niente di più
inadeguato: io mi percepisco come un segno di relazione, vengo a
stuzzicare con le mie apparizioni, spesso a sproposito, concesso, ma
quando i contenuti toccano corde di intensa perturbabilità resto
coinvolto…
Vorrei che capiste lo smarrimento che mi prende di fronte all’armonia
all’equilibrio allo splendore di un verso, è sempre stato così, ma fino
a ora sono riuscito a controllarmi ho seguito le linee direttrici senza
sgarrare e i destinatari hanno ricevuto regolarmente i loro messaggi.
Questa volta qualcosa di imponderabile è successo, leggete questi versi
e ditemi: vi sembra possibile non restarne abbagliati?
“ Sarei già andato lontano,
tanto lontano quanto è grande il mondo,
se non mi trattenessero le stelle
che hanno legato il mio al tuo destino”
W. Goethe
E non erano i soli, c’erano anche questi, densi, lancinanti ma non
disperati, vivi nella certezza del dolore.
“Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all’inganno di labbra che tradirono”
Marina Ivanovna Cvetaeva
Anche uno incompetente come me non può non capire che il mittente non
era in grado di esprimere le sue trasognate profferte senza l’aiuto
della poesia ed era ricorso a questi grappoli di parole traboccanti e
incantatori forse immaginando così di smuovere o di far vibrare corde
che altrimenti sarebbero rimaste insensibili.
Non me ne voglia il destinatario… ma ho preso una decisione: farò di
tutto perché tanta meraviglia non resti ferma in qualche anfratto della
rete. Rimbalzerò di mail in mail per farmi leggere da tantissimi, e non
m’importa se mi scambieranno per uno spam-untore, sono disposto a
correre il rischio: la bellezza ha bisogno di essere sostenuta ad ogni
costo… datemi torto se potete!
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MOST IN TRANSLATION
'Ma, far rinascere la propria parola in un’altra lingua: comporta una sfrontatezza anche maggiore! Abbiamo bisogno di uno specchio, che rimandi la nostra immagine, che ci ospiti senza tradirci troppo, permettendoci di rimanere noi stessi, ma allo stesso tempo
crei la distanza necessaria al passaggio da un luogo all’altro della nostra esperienza. Dobbiamo cercare accenti diversi, metterli a confronto, studiarli e ristudiarli perché siamo entrati nel mondo misterioso delle equivalenze, che saranno la guida per sostenerci nel percorso di trasmutazione. Dobbiamo tradirci per assecondare, per rincorrere un nuovo linguaggio che ci sembra più ricco, addirittura più adatto a esprimerci? Noi, ma anche un altro noi… da cosa dovremmo preservarci o custodirci?'
C.P.
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MOTI MOVENTI
Proemio
Poemetto suddiviso in 30 stanze.
Un divertissement indiscreto per insidiare la dinamica di corpi anonimi, ansiosi di rivelarsi nella potenzialità espressiva del gesto, intuirne il linguaggio e dislocarlo nel riverbero del ritmo poetico.
C.P.
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Favole sugli oggetti? Perché no!
Ci circondano, condividono
il nostro tempo,
li usiamo quando ci
servono e poi non ce ne curiamo più. Oggetti comuni: un bicchiere, un
ombrello o la sedia a dondolo e tanti altri che hanno avuto voglia di
umanizzarsi per poterci trasmettere le loro storie… per narrarsi.
Vicende apparentemente banali, che in realtà hanno l’intensità che solo
l’esistenza vissuta fino in fondo riesce a tramandare. Tutte
sono
legate da una
omogeneità espositiva:
l’oggetto attraverso una serie di eventi imprevisti e imprevedibili
passa a un nuovo stato: il suo destino cambia. Siamo di fronte ad una
sorta di riscatto, una remunerazione che poeticamente
compensa
le negatività che avevano dato inizio al racconto.
I giovani lettori non
faticheranno a identificare, in questi accadimenti favolistici, un
parallelismo analogico con le umanissime peregrinazioni che ogni giorno
tutti noi affrontiamo, ma
riconosceranno di certo,
il riverbero positivo che è stato proposto.
Gli oggetti hanno
dimostrato ancora una volta di
esserci utili, offrendoci
senza riserve la loro
commovente interiorità e facendoci così soffermare specularmente sulla
nostra.
C.P.
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INSTALLAZIONI
"Poesia:
occupare uno scanno, un territorio linguistico (come
senso di una lingua viva), e
dallo stesso trarre con distacco, pur ‘freddamente’, ogni naturale
vitalistica opportunità di espressione. Una valenza, come s’è detto,
architettonica può apparire indubbiamente astratta e concettuale: ma è
la sua stessa struttura internamente dinamica nelle sue concatenazioni,
e quindi conseguenzialmente metamorfica, a scatenare figure di
significato squisitamente formale e non banalmente comunicativo e
utilitaristico, motivazioni vitali, ritmi e dismisure che appartengono
alla contraddizione della vita stessa, oltre ogni nullificante
contingenza."
Gio
Ferri
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TRANSLALIE
P R E
–
sunzioni dell’autore
Queste
sono narrazioni dischiuse
a mo’ di finestrelle, su
un orizzonte in continua
mutabilità. Procedono, trascorrono,
si dispiegano in preludi, vengono incontro
a chi le interpreta come
breccia per accedere ad
altri panorami interpretativi… Si espongono con caparbio, sciolto
disordine, senza proporre soluzioni, certezze
né definizioni… sono solo richiami, modulati per indurre in
tentazione: la tentazione di
ascoltarli.
Non
c’è
differenza
fra la stesura di qualche riga e la narrazione illimitata, nessuna
raggiungerà mai una compiutezza
che abbracci tutta la
conoscenza… “In ciascuna idea molto è l’essere, ma infinito il non essere”
sosteneva Platone e in questo “non essere” sta tutto ciò che rimane aperto
all’indagine, all’esplorazione, all’operatività, allo studio
e rende la testimonianza
umana inesauribile.
C.P.
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INTERNECTASIE
Racconto per quadri, lo si potrebbe definire; oppure polittico
in una serie di tavole; o, se si vuole, azione drammatica in successione
di parti monologanti, senza tuttavia una grande differenza. È questa
raccolta di prose, per scene e voci, di Carla Paolini, intitolata
Internectasie,
suggestiva crasi di
internet ed ectasie.
Un piccolo
grande libro dall’accentuato peso specifico:
compatto e filante, stratificato e intenso, originalissimo nel taglio e
nella scrittura, sulla linea della produzione ormai consolidata della
scrittrice cremonese.
La materia della
prosa di Carla Paolini è di immediata e assoluta implicazione
esistenziale [...]
Il mistero della
vita e il senso del suo incommensurabile valore attraversano tutto il
libro e ne sono il messaggio in qualche modo squillante, anche
formalmente, a livello di cromatismo verbale. Anche se, apparentemente,
il tono del discorso è sommesso; anzi, proprio con un effetto
inversamente proporzionale alla controllata contrazione del grado del
parlato. Secondo una formula contemplativa che subordina i gradi del
pensiero ai risvolti più umani dell’affetto e della comprensione; nella
vigile volontà di ridare credibilità ai valori attraverso l’uso del
“sottovoce” e fuori, dunque, da ogni intenzione retorica.
Paolo
Ruffilli
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PROSEMI
Le storie senza storia (“L’opera senza
nome”) che Carla Paolini qui ci racconta, con una eccezionale
raffinatezza di dettato e una velata innocente ironia, possono essere
lette e rilette solamente (ed è già molto) per il piacere di
partecipare, dal particolare al particolare, ad impalpabili eventi
quotidiani. In una veglia che seppure attenta, incuriosita, è nostalgica
del sonno e del sogno: vi siete fatti l’idea che il Risveglio mi stia… antipatico? Ma infine
così, leggendo appunto piacevolmente, ci si può far coinvolgere in una
narrazione estatica tanto diversa tuttavia da quelle povere novellette
che invadono barbaricamente le librerie supermercato e utilizzano,
malamente, il tempo di un viaggio in autobus o in metropolitana.
Gio
Ferri
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MODULATI 2004 Anterem Edizioni - Verona
corpo,
deriva, disagio, elemento, energia, esilio, esplorazione, età,
evento, forma, materia, memoria, messaggio, misura, natura, nota, numero,
opera, passione, prospettiva, ritmo, scoperta, segno, spazio, speranza,
tempo, valore, viaggio, virtuale, voce.
Trenta parole chiave e i loro sinonimi.
Il pensiero non si muove nello spazio omogeneo della corrispondenza
- non esistono sinonimi - ma nell'ampio vincolo del familiare.
Il logos si fa respiro: alternanza di contrazione e dilatazione, cosa
viva capace di autogenerarsi e di accendere nuove aree concettuali modulando
e vivificando la deriva delle significazioni.
C.P.
...Nella poesia così apparentemente asettica di Carla Paolini la dominante
logica non è scientifica o religiosa, è tragicamente scettica: l'ineluttabilità
del destino umano. Che trova nella parola la sua espressione, il
suo marchio come meta finale. Tragicamente ripetibile.
E' l'istanza della inesorabilità bio-logica. Bastino testimonianze
come la poesia Passione che prediletta dall'impeto /ambisce
a citazioni fra tormenti e bramosie......//...malia del
piacere sofferto / colonna di furori // architettura d'azzardo
squilibrata dalla pena. E per una concezione di poetica e di poesia
in generale si raccomanda di leggere attentamente e attentamente meditare
la composizione Forma, in quel passaggio dalla rappresentazione
alla concettualità che è il fondamento dell'arte: Percepita in
configurazione di sembianza...//...presenza / spuntata sulla cuspide
dei chiarori / parvenza disegnata per apparizione / versata a
calco di sua fattura / presa in stato di grazia / casualmente toccata
dalle spine dell'asterisco. Ecco fra i molti altri stimoli, l'autoreferenza
formale (versata a calco di sua fattura), e la constatazione
mallarmeana (casualmente toccata....) Si potrebbe parlare anche
di una rigorosa lucidità epistemologica.
[...]
Marcel Duchamp nella metamorfosi della sua inazione citava Eliot:
"L'artista sarà tanto più perfetto quanto più in lui saranno separati
l'uomo che soffre e la mente che crea; e tanto più perfettamente la
mente assimilerà e rielaborerà le passioni che sono il suo elemento".
Sono convinto - e di qui la mia fascinazione nel leggere questi testi
- che Carla Paolini sia ormai sulla via di questa concettuale perfezione.
Se mai perfezione è concessa alla innovativa dismisura del fare.
Gio
Ferri
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LOGOVISIONI
Logovisioni è un piccolo poema suddiviso in 16 stanze ciascuna
di 13 versi liberi. In queste composizioni - che si risolvono all'interno
di sé stesse - ho tentato di fissare le visioni che mi attraversano
usando le parole come un fotografo usa la lastra fotografica.
Una serie di scatti che fermano momenti chiusi in cui si affaccia l'insidia
dell'ignoto o dell'estinzione, sensazioni di inquietudine e disagio
in assenza di flusso temporale: non c'è passato né futuro
solo un presente che non dà scampo.
Sono
piovuto
da un pianeta in fiamme
per un progetto
che non mi appartiene
avrà tanti nomi
e un solo sviluppo
che aprirà lo schermo
all'ampiezza della logovisione
C. P.
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AMORI DI VERSI
Chi promette ad un altro di amarlo o di odiarlo per sempre, o di essergli
per sempre fedele, promette qualcosa che non è in suo potere; può però
promettere azioni che solitamente sono conseguenza dell'amore [...]
La promessa di amare qualcuno per sempre significa dunque: finchè ti
amerò ti renderò le azioni dell'amore; quando non ti amerò più, riceverai
ancora da me le stesse azioni, anche se per altri motivi, cosicché:
nella testa del prossimo perdura l'apparenza che l'amore sia immutato
e sempre uguale.
Friedrich Nietzsche
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AI CANCELLI DEL FLUSSO 2001 Campanotto Editore
Da zero a cinquantanove, i numeri di un diario poetico che non ha
titoli nei suoi elementi compositivi, quasi a farsi denuncia di un
vuoto di definizione nel nostro essere, che è più un non essere oggi
corroso da fluttuanti aspecifiche finzioni. Ed a ogni quadro il timbro
della precisa individuazione di un minimo di realtà, inquadrato nello
schema della sua inequivoca precarietà, nel suo apparire in forme
difformi ma sempre riconducibili a un contesto che non ha radici,
che non può avere articoli di storia. E la tecnica è una sovraeccitata
morfè di note sul filo di un abbandono visionario, che polverizza
il cuore della poesia, così sospinto nel percorso di un dire che si
autochiama e si scansiona con ritmate pausazioni inconsce. Il tono
può farsi a tratti retorica esemplata in larghi grovigli di timbri,
in rissosi assemblaggi di vocalizzi e di ondulate pronunce che non
permettono durezze di grido, ma sospingono il divenire dei sensi in
un armonico tessuto, in una raffinata orditura.
Gianni
Di Fusco
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UNA x UNA 1998 Mauro Baroni editore - Viareggio
Versi di stringata eloquenza, nei quali torna quella volontà di colloquio
col prossimo che abbiamo poc'anzi sottolineata ma che - dopo il desiderio
precedentemente espresso- adesso prende anche maggiore consistenza in
una scena di tripudiante bellezza, in una rappresentazione di entusiasmo
quasi panico (si rilegga altri mondi dentro di te): un coinvolgimento,
insomma, non solo degli altri ma anche di tutto quanto l'altro.
Ferruccio
Monterosso
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DIVERSO
INVERSO 1995
Nella selva d'informazioni il raggio di sole penetra nel folto dei rami
per indicare il luogo della verità. E con essa non posso che confrontarmi
quotidianamente, perchè solo essa prescindendo da ogni altra considerazione
mi porta alla realtà, mi permette un incontro vero con la vita. Già
nel suo primo volume poetico "Impronte digitali", Carla Paolini ha dato
un nome a questa assidua ricerca della propria realtà: la memoria di
ciò che è stato, i genitori, il piccolo mondo della campagna e poi la
provincia con i suoi volti noti e le sue rughe sconosciute. Con questa
nuova opera si scava ancora più in fondo; il presente appare con tutti
i suoi limiti, con mille rinunce giornaliere, con le cartoline mai spedite.
Ma non c'è fuga, c'è solo un anti eroe che non desidera sovvertire un
mondo, perchè un mondo è già andato perduto. Piuttosto tenta di costruirne
un altro meno teatrale, meno selvaggio, dove il quotidiano diventi la
sua forza, dove il soggetto abbia diritto alle sue radure e ai suoi
riti. Solo nella tranquillità di questa casa è possibile che nasca un
nuovo Omero, un altro Socrate che sappiano ridarci il senso della via.
Gianpaolo
Ferrari
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IMPRONTE DIGITALI 1993
Sintesi di tecnica compositiva e di intuizione, di gioco e di significato,
di psicologia e di filosofia (la direi quasi una psicofilosofia del
quotidiano), la ritmica narratività dell'autrice accetta la rima semlice,
sino alla ripetizione dei segni, il tono del motto o della sentenza,
così come della meditazione a taglio saggistico, ogni volta approntando
una forma poeticamente legittima che li conservi.
"I have a dream...", confessa Carla Paolini, "un sogno di semplicità:/
la semplicità della parola". Non glielo si può proprio contestare. Basta
scorrere le pagine. Così come basta leggere la riassuntiva composizione
intitolata, appunto, "La poesia": "Nei momenti di depressione / cerco
idee da trasformare in poesia / ma quando mi passa / è la poesia a trasformare
le idee".
Come "impronta digitale" direi che basta. Come impronta "spirituale"
non resta che essere certi di una prossima, vicina conferma.
Claudio
Toscani
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