CRITICA
Dinamiche interne alla poetica di Carla Paolini
di Gian Luca Barbieri
Il
segno come "grado di misura" e "marchio" nella poesia
di Carla Paolini
di Gio
Ferri
HANNO SCRITTO DI LEI
Una poesia quasi iperrealista quella di Carla Paolini, un verso stratificato
e pulito che impressiona il lettore per la precisione quasi scientifica.
Modulati è un libro che si forma grazie a una forte operazione
definitoria, a elementi lavorati di cesello che si incastrano e si sovrappongono
con inesorabile necessità.
L'evidenza quasi chirurgica delle immagini espresse e il costante riferimento
a una base reale e materica, quasi di laboratorio, fanno di questo libro
un'opera degna della massima attenzione.
Fabio
Simonelli
POESIA - mensile internazionale di cultura poetica
Ho letto le sue poesie con vivo interesse per la fervida inventività
di lingua e di ritmi e per l'originale e ricca concettualità
e meditatività.
La sezione da Scoperte in poi è esemplare.
Giorgio
Bàrberi Squarotti
L'esperienza poetica di Carla Paolini si colloca sulla linea dell'esperimento,
non nel senso però che il componimento sia il laboratorio in cui si
mescolano gli elementi e si verificano gli esiti dell'operazione; ciascuna
poesia è lo spazio in cui si è ricomposto, oltre la pausa riflessiva,
l'ordine linguistico sottratto alla casualità sintattica e restituito
a una sorta di automatismo a forte, personalissimo impulso verbale.
Insomma, nei testi di questa raccolta, non c'è tanto l'armamentario
di quella che si definisce normalmente "poesia sperimentale", ma i possibili
espedienti formali [...] risultano tutti riassorbiti dalla subordinante
idea poetica, che di volta in volta se ne serve per effetti che non
sono l'effetto dall'espediente in sè."
Paolo
Ruffilli
...dimostrano sempre un notevole livello, la serietà di una ricerca
stilistica e psicologica, e, ciò che più conta, una sensibilità autentica.
Alberico
Sala
Parlare di contenuto dell'opera risulterebbe un'intollerabile semplificazione:
nei versi dell'autrice c'è la vita nelle sue innumerevoli sagome e sfumature.
C'è l'amore, la quotidianità, il rapporto con i genitori, l'identità
femminile, la visione del mondo, i ricordi, il rapporto con la poesia
e l'ipotesi religiosa. Non manca il pessimismo, non manca la speranza
mascherata da un'ironia che ferisce e stimola alla riflessione.
Si percepiscono, sfuggono e si confondono le impronte, le tracce che
l'autrice abbandona nella carta patinata della timida plaquette. Al
lettore il compito di colorarle con le proprie emozioni, di ricercare
connessioni e imprevedibili, insondabili punti di svolta.
Walter
Bruno
Le sue poesie sono deliziose, cioè leggibili fino in fondo per chiarezza
di intenti e risultati.
Aldo
Busi
Di tutt'altra natura è Impronte digitali di Carla Paolini: la
poesia emerge non tanto dalla "sintesi di tecnica compositiva e di intuizione"
come è detto nella prefazione, quanto dalla capacità di sorprendersi
della Paolini di fronte al mistero del quotidiano o da quel tuffo nel
cuore che è sorpresa mirabile quando a quel sentire corrisponde la parola
nuova, singolare, che sa porgere al dettato il soffio della poesia,
tra filosofia e gioco e registrazione dei moti profondi dell'anima.
Giancarlo
Pandini
...i versi della Paolini trasmettono calore di casa, di home, di amici
sinceri, di emozioni contenute di alta spiritualità: hanno l'eco lontana
di Emily Dickinson e nello stesso tempo la voglia ludica di scherzare
con le parole come in Nonsense: La variabile compatibile/ è un dato
ineludibile/ che si impone inconfutabile/ ma.../ ho trend poco probabile/
che mi rende inaffidabile/ e da un click inesorabile/ vengo espulsa
dal sondabile. Il verso sciolto permette al canto di essere libero e
di lasciar cadere parole leggere come "mollichelle di pane", briciole,
orme di Pollicino, orme di poesia in un mondo che ha tanto bisogno di
tracce per non perdersi.
Lucia
Zanotti
Così anche lo studente deluso, la madre stanca che rincorre i bambini,
l'amante che aspetta con trepidazione il suo uomo, il lavoratore che
timbra il cartellino ringhiando il proprio dissenso, possono essere
considerati eroi moderni della poesia. E non è questo un surrogato di
snobismo proletario, i problemi rimangono e certo non spetta al poeta risoverli. Ma egli può dar voce ai sentimenti, "stanare i vissuti più
profondi della coscienza" e dire a gran voce che è nobile, e a suo modo
eroe, anche chi fatica sulle scale di un condominio. Soprattutto può
restituire alla gente le sue storie perdute.
Ancora quarantacinque poesie da sorseggiare in silenzio per scoprire
un'autrice che in due anni ha forse cambiato pelle perché si è lasciata
trascinare dal flusso vitale. E' mutato lo sguardo, la consapevolezza
di un ruolo sociale pressoché irrinunciabile.
Walter
Bruno
Scrive nella prefazione Ferruccio Monterosso: "Se in conclusione, dovessi
racchiudere in una definizione estremamente sintetica la poesia della
Paolini, proporrei la formula complessità del semplice". Definizione
che mi sembra di poter condividere, anche per la capacità di penetrare
in profondità l'evento ordinario fino a trasformarlo in una sorta di
"normalità straordinaria".
Roberto
Carifi
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