GLI OGGETTI DA FAVOLA

LA SEDIA A DONDOLO

C’era una volta… una sedia a dondolo…

a Dondola piaceva stare sulla veranda, erano le ultime giornate d’estate e con la stagione fredda, il suo posto sarebbe stato nella grande cucina, per adesso poteva ancora godersi il tumulto del  torrente, che saltellava giù dal fianco della collina, in armonia col fremito  frondoso del grande ciliegio, un concerto a cui aveva fatto l’abitudine fin da quando era entrata a far parte della famiglia.

L’avevano ordinata su misura al migliore artigiano del paese: per avere un lavoro ben fatto, duraturo. Di legno scuro e robusto con un equilibrio perfetto, vera garanzia di sicurezza. Chi si sedeva  non correva il rischio di scivolare malamente o di rovesciarsi durante il dondolio. Era stata Nonna a insistere per averla,  negli ultimi tempi la sua salute  non le consentiva più di stare in piedi a lungo… faceva i suoi riposini su Dondola e a volte si addormentava cullata dalle sue rilassanti oscillazioni.

Gli altri abitanti della famiglia due adolescenti, maschio e femmina e i genitori rispettavano questa sua esigenza, amavano e tenevano in gran conto quella vecchia signora, saggia e paziente  che li aveva visti nascere, accompagnando   le loro giornate, con trepidante sollecitude.

Le abitudini nella casa filavano come al solito e nulla faceva presagire quanto sarebbe successo.

Da qualche giorno il tempo si era guastato, pioveva da ore e il torrente si stava gonfiando minaccioso, ma nessuno pensava di essere in pericolo: la costruzione era solida  su due piani e a distanza di sicurezza dal flusso dell’acqua.

Di queste  rassicuranti convinzioni la natura non tenne conto. Dopo cena, quando  Genitori e Nonna erano già saliti al piano superiore per la notte e i due ragazzi stavano finendo i compiti sul tavolo di cucina… prima si udì un rimbombo cupo come di tuono in lontananza poi l’onda di piena invase la stanza.

Nel turbine di fango e detriti  Ragazzo ebbe la fortuna di trovare a portata di mano la ringhiera della scala, si afferrò e riuscì a salire.

A Ragazza toccò la  peggio… stordita dall’impeto dell’acqua, trascinata con violenza, riuscì a malapena a riemergere  per respirare. L’oscurità le impediva di distinguere. Sentiva la presenza di oggetti che andavano alla deriva e  la urtavano... quando intravide vicino a sé Dondola, anche lei spinta fuori  dello straripamento.

Non è chiaro quello che avvenne perché Ragazza non seppe riferire con lucidità i fatti di quella notte, ma continuò a essere convinta che Dondola si fosse di proposito spostata verso di lei capovolgendosi per permetterle di sostenersi.

Furono ritrovate qualche ora dopo dai mezzi di soccorso semiassiderate, allo stremo delle forze, ma salve. Ragazza non volle lasciare Dondola e supplicò che fosse recuperata,  mai supplica fu più convincente, i soccorritori la legarono dietro la barca  e insieme finirono nel centro di accoglienza.

La casa aveva resistito, ma  i danni pesarono non poco…

Frugando nella melma si riuscì a recuperare qualche oggetto caro che rese ancora più disperante la consapevolezza di ciò che era andato perduto. La famiglia  superò a fatica  le difficoltà  che queste catastrofi provocano e  Nonna ne soffrì in modo particolare: un tempo nella casa era circondata dai ricordi che amava, e  ritrovarsi in un ambiente che percepiva estraneo  l’aveva fatta cadere in una  sconforto da cui stentava a riprendersi.

Dondola  acquistò rapidamente un grande prestigio. La convinzione che  avesse salvato la vita a Ragazza si diffuse  e molti passavano davanti a casa di proposito per scrutarla da vicino  cercando di  scoprire  le sue strabilianti facoltà.  Naturalmente lei ne andava fiera.

Questa  fama la seguì per tutta la sua lunghissima vita…  che durò tanto da permetterle di conoscere altri umani, che  poco assennatamente si aspettavano da lei comportamenti straordinari. Considerava con indulgenza chi fantasticava sulle sue doti inusuali, ma era ben consapevole  che le situazioni singolari non sarebbero tali se accadessero di continuo.

Seguitò a offrire  i suoi intervalli  distensivi convinta che  non fosse un compito trascurabile, ma conservò sempre  nel pensiero un posticino aperto a ciò che di imprevedibile  il futuro porta con sé…